Concorso di idee per le realizzazione di un Istituto Professionale per l'Agricoltura , Enogastronomico ed Accoglienza Turistica a Muravera, provincia di Cagliari
Gruppo di progettazione :
Calvillo Gonzales arch. Nerea
Gaiani arch. Benedetta
Ricciuti arch. Florindo
Smaldone arch. Rocco
studio inhabitO
anno 2016
Vista delle aule verdi
Concorso per Riqualificazione area delle case Minime ad Oristano
In MeSU
Riqualificazione dell’area delle case minime. Oristano
2012
Menzione speciale per il progetto presentato per l'originalità della proposta e l'attenta reinterpretazioni degli aspetti originali dell'area
Il termine “in mesu” in lingua sarda sta a significare “nel mezzo”, stare all’interno di qualcosa che non ti appartiene o che invece aderisce come una pelle ai muscoli che a l oro volta sono legati allo scheletro in maniera indissolubile. In questo contesto si inserisce l’idea di realizzare un mercato che si insinua negli spazi, tra gli edifici, nella piazza e nei vicoli del quartiere storico denominato “su Brugu”, ovvero in quella parte di agglomerato urbano, sviluppatosi ad Oristano negli anni cinquanta.
Il sistema della mobilità. La proposta progettuale prevede la riqualificazione dell’area urbana inserendovi al suo interno il mercato di quartiere che attualmente si svolge due giorni la settimana su strada e precisamente lungo la via Aristana. La presenza degli “stalli” costituiti dagli ambulanti provoca delle criticità sulla mobilità dell’intera zona. Per questo motivo l’approccio iniziale è stato quello di realizzare una rotatoria per poter fare defluire in modo più ordinato il traffico veicolare, riorganizzando ed ottimizzando gli assi viari e i parcheggi lungo i marciapiedi, così come da indirizzo progettuale indicato nel bando. La rotatoria è posta come terminale delle vie Palmas, Iglesias e Arborea, in modo da rallentare i veicoli in corrispondenza dell’area di progetto, inoltre si è inglobata la strada che è parte di via Caprera al perimetro di intervento trasformandolo in un accesso passante e di collegamento tra Sud e Nord ed ampliandolo a formare uno spazio pubblico. In questo sistema rientra la scelta progettuale di realizzare un parcheggio interrato di dimensioni tali da assorbire il carico di standard urbanistici, con riferimento ai parcheggi, che derivano dalla costruzione dei volumi per il terziario e per il residenziale. La superficie dell’interrato è stata volutamente ridotta allo stretto necessario sia per non avere un impatto troppo forte dell’intervento, sia per ridurre i costi di costruzione che nel caso di uno sbancamento possono essere rilevanti nell’economia generale dell’opera. Un altro aspetto è quello che il parcheggio non porterà un ricavo in termini economici, poiché si è ipotizzato che sia destinato esclusivamente alle residenze dell’social housing e per i clienti degli esercizi commerciali, essendo la zona usufruibile dalla cittadinanza limitrofe in modo diretto risulta difficile pensare a un grande afflusso di veicoli; mentre in caso di eventi particolari o feste di quartiere, dove la presenza di persone può essere elevata, il parcheggio è sicuramente un fattore importante e determinante. L’ accesso al parcheggio è posizionato su via Iglesias ed è garantito da una rampa carrabile addossata al muro di contenimento dell’Edificio a sei piani, l’uscita è posta simmetricamente lungo l’asse longitudinale dell’area su via Sant’Antioco, dal parcheggio l’accesso verticale alla piazza è garantito da un corpo scala con annesso un ascensore. La percorribilità pedonale è stata sviluppata su tutta l’area, anche con la presenza del mercato, infatti l’eliminazione della strada esistente che divide il lotto in due ha portato a rendere il perimetro non attraversabile se non esclusivamente a piedi, l’interdizione ai veicoli è garantita da dissuasori rimovibili o da elementi di arredo urbano. I percorsi interni sono identificati da elementi strutturali, come la pensilina coperta che unisce i due estremi della piazza è caratterizzata da una struttura portante in acciaio a portale controventati uniti da cavi in acciaio nei quali sono inseriti degli elementi in terra cotta e materiali di recupero colorati. Le pavimentazioni delle vie interne sono caratterizzate da un doppio trattamento del pavé, in base alla diversa fruizione degli spazi. Le superfici pavimentate sono state previste utilizzando materiali permeabili e drenanti costituiti da ciottoli e pietra locale. Ai margini del lotto su lati contrapposti vi sono due piazze, realizzate per rispettare il distacco tra il grande fabbricato (ex IACP) e i nuovi corpi di fabbrica.
Il sistema insediativo. Il tessuto urbano del quartiere è formato da edifici di modeste dimensioni e di altezze dell’edificato che raramente supera i due piani, alcune eccezioni sono presenti su via Sant’Antioco e quella più evidente del grande fabbricato di sei piani di proprietà pubblica (ex IACP) al quale i nuovi volumi devono contrapporsi. Nello sviluppo dei nuovi fabbricati, destinati in parte a residenze per il Social Housing e in parte ad attività commerciali nonché di spazi per attività sociali a completamento degli standard urbanistici del quartiere, si è pensato alle tipologie edilizie dei centri storici propri del Campidano Simaxis. Ne deriva un paesaggio urbano estroverso, regolato dall’affaccio finestrato di fronti abitati sullo spazio pubblico, un assetto prevalentemente lineare e non “labirintico” della trama urbana, dove i fabbricati si allungano e si muovono lungo dei percorsi che confluiscono in una piazza interna, che si trasforma nella corte retrostante. I volumi costruiti da destinare ad alloggi di edilizia sociale sono sviluppati su due livelli, al piano terra vi sono gli esercizi commerciali e al piano superiore le abitazioni, le altezze sono contenute in 7,5 metri e i tetti sono a due falde esposte sull’asse Nord-Sud. Gli edifici fronteggiano le vie Iglesias e Sant’Antioco per allungarsi verso lo spazio pubblico interno per interrompersi in corrispondenza della rotonda e il fabbricato di sei piani, rispettando il distacco di dieci metri.Gli edifici sono disposti lungo delle linee immaginarie che si muovono da un lato all’altro del confine, ci sono dei portici lungo i percorsi pedonali e gli affacci dei piani superiori sono rivolti sulla piazza e sulla strada anche tramite balconi e piccoli terrazzi. Gli edifici sono collegati orizzontalmente da “ponti” che possono accogliere gli ambienti delle residenze o essere delle terrazze coperte ad uso esclusivo, nella parte interna ci sono delle serre solari addossate agli edifici. La comunicazione verticale è assicurata da scale a rampa unica che collega il piano della piazza al livello superiore queste possono servire singole unità o due unità ciascuna. Spostandoci verso la rotatoria, un edificio cinge il perimetro verso il confine ovest del lotto, si sviluppa su due livelli e al suo interno vi sono localizzati spazi pubblici, commerciali al piano della piazza, mentre al livello superiore vi sono degli uffici. La soluzione è quella di una alternanza tra spazio pubblico (strada), privato (corpo di fabbrica) con corte interna e piazza pubblica la sequenza viene così ribaltata sul fronte opposto riproponendone la sequenza.
La comunità del co-housing. Sono previste delle unità abitative per il Social Housing di diverse superfici in modo da soddisfare le esigenze di famiglie numerose o quelle di giovani coppie. L’insediamento delle famiglie nelle abitazioni a reddito calmierato prevede un progetto comunitario attraverso l’accettazione di un regolamento e la formazione di una cooperativa che si occupi delle attività di manutenzione degli edifici pubblici e privati e che gestisca servizi al quartiere. L’obbiettivo è quello di promuovere la nascita di una comunità che possa non solo abitare il quartiere ma vivere ed animare in modo costruttivo tutta l’area circostante il progetto. Il “condominio” si basa su principi di multiculturalità, prossimità e sostenibilità ambientale. Abitare nel co-housing significa accettare obbiettivi etici e sociali espressi dal regolamento e partecipare alla vita comunitaria in modo attivo. Alcuni consulenti comunali assisteranno la nascita e lo sviluppo della cooperativa con particolare attenzione agli aspetti economici ed amministrativi dell’attività imprenditoriale. In particolare saranno promosse e sviluppate attraverso l’assistenza di operatori specializzati attività di nursery, scuola pomeridiana e serale di lingue, di arti e mestieri, organizzazione ed eventi sociali per giovani ed anziani. La scuola di arti e mestieri sarà strettamente connessa alle attività artigianali legate alla conservazione ed allo sviluppo della tradizione sarda ed in particolare dell’oristanese. La parte che riguarda le attività commerciale è costituita da negozi di dimensioni sufficienti a soddisfare le esigenze di servizi tipo alimentare e di vicinato ma vuole anche d in particolare incentivare la conservazione e lo sviluppo della tradizione locale sarda. Si prevede di sviluppare laboratori di scultura e lavorazione del legno, lavorazione della pietra dei luoghi come la pietra ossidiana, la lavorazione del cuoio, lavorazioni tessili di pregio, riproposizione di abbigliamenti appartenenti alla tradizione nuragica , vendita di prodotti gastronomici locali particolari. Tali attività saranno collegate alle scuole limitrofe e promuoveranno work-shops e seminari, in grado di attrarre persone ed in particolare turisti interessati a prodotti specializzati ed unici. Le vetrine sono dimensionate come quella di una bottega artigianale esaltate dal trattamento dell’intonaco in argilla e calce per quelle poste sui fronti strada, mentre per i negozi posti all’interno della piazza le serre hanno la funzione di vetrine per l’esposizione dei prodotti.Il fabbricato adibito a funzione pubblica forma una quinta tra la piazza e l’edificato del Social Housing, è sviluppato su due livelli con il fronte dal lato dello spazio pubblico porticato.
Spazi pubblici di aggregazione sociale ed il mercato. Mentre la piazza nella tradizione dei luoghi non si identifica come un vero spazio pubblico, ma è subordinato alle esigenze della casa fattoria, in questo contesto si vuole recuperare la funzione del centro come fulcro e contenitore di funzioni pubbliche come la chiesa, il comune, la scuola o per altro si trasforma in “mercato settimanale”. Quindi il termine sardo pratza (lat. platea), che per lo più significa principalmente cortile della casa privata e secondariamente piazza nel termine italiano normale, per cui in pratza significa “in cortile” piuttosto che “in piazza”. E quindi “in mesu” alla piazza e al cortile nasce il mercato frammentato, sparpagliato o meglio ancora “diffuso” come un’appendice della casa, quello che era il ricovero per gli attrezzi adesso è la postazione del fruttivendolo, la cantina annessa alla casa ora diventa il banco del pescatore che espone il suo prodotto, il granaio è il venditore di prodotti tipici della tradizione sarda. Così il mercato, nei due giorni della settimana, si dispone nei vicoli, nella piazza principale accanto ai confini dell’area, con i suoi stalli e il brusio dei clienti rendendo il luogo “vivo” con una dimensione riconducibile a quella della corte retrostante, segno forte di questo territorio, per poi scomparire allontanarsi ridando spazio ad altre attività e ad altri usi. Nello specifico i posti previsti nel progetto per gli ambulanti sono pari a 50, come indicato nel Bando, soddisfacendo l’esigenza dell’ente promotore di decongestionare le vie dove tutt’ora si dispongono i banchi. Sono state previste delle aree di 20 mq. ad uso esclusivo per la sosta dei mezzi, ed un ulteriore spazio frontale di 24 mq. per la sosta dei clienti, risulta così un’area di 44 mq. totali, i percorsi sono caratterizzati dai varchi tra gli edifici, dai portici dalla tettoia centrale che si sviluppa longitudinalmente tra i due volumi. I banchi sono disposti in maniera omogenea tra il costruito gli spazi aperti e i percorsi interni tra gli edifici, mescolandosi con i loro tendoni frangisole e di copertura colorati. Il disegno della disposizione degli stalli è predefinito e ben identificato in base alla tipologia di prodotto messo in vendita, per cui gli ambulanti che commerciano prodotti agro-alimentari saranno posizionati nelle due piazze laterali, quelli che vendono accessori, abbigliamento ed altro saranno inseriti tra il connettivo realizzato tra gli edifici e le piazze interne.
Dotazione impianti tecnologici L’aspetto impiantistico, nella proposta progettuale, viene affrontato usando soluzioni architettoniche che integrino mimetizzando l’elemento costituente l’impianto, inoltre si è posta l’attenzione all’utilizzo di fonti di energia alternativa, quali il fotovoltaico e la cogenerazione. Si realizzeranno dei tetti-fotovoltaici con l’uso di pannelli ad alta efficienza realizzati con celle solari policristalline, la superficie di circa 500 mq. stimata formerà una vera e propria centrale elettrica ad uso degli edifici realizzati e al fabbisogno dei consumi elettrici dell’intera opera. Il ricorso alla cogenerazione presuppone una rete di distribuzione del gas nell’area in oggetto, da ricerche effettuate è prevista nella provincia di Oristano e in tutta la Sardegna un forte investimento per i prossimi anni che si prefigge lo sviluppo della rete di metanizzazione e il suo uso. In questo contesto un impianto di cogenerazione è uno strumento ideale per ridurre i costi legati al fabbisogno di energia rendendo l’investimento e il maggior costo recuperabili completamente. Per quanto riguarda l’impianto di climatizzazione si farà ricorso ad un impianto centralizzato a pompa di calore alimentato ad energia elettrica o a gas metano appunto potendo così ottenere dei rendimenti molto elevati. La collocazione di questi impianti è individuata nell’area dell’interrato nel quale si prevederà un locale dedicato, gestito in maniera autonoma e senza interferenze con le attività poste in superficie, ma soprattutto sarà celato alla vista e integrato all’interno del volume del parcheggio. Si è posta molta attenzione al recupero e al riutilizzo dell’acqua piovana, realizzato da un sistema di convogliamento dei volumi di pioggia, derivanti dalle precipitazioni meteoriche, sui tetti degli edifici in serbatoi interrati, in seguito tramite pompe ad immersione vengono impiegate per integrare l’impianto di irrigazione delle aiuole e degli spazi a verde. Gli impianti di climatizzazione delle residenze e dei locali avviene tramite l’utilizzo di acqua a bassa temperatura prodotta da sistemi a pompa di calore, per esaltarne l’efficienza delle macchine, il fluido scorre in tubazioni annegate nei massetti del pavimento e/o nei controsoffitti dei locali commerciali fornendo calore agli ambienti in maniera uniforme accentuando il comfort interno. Per completare l’integrazione del sistema impiantistico della climatizzazione si prevede anche l’istallazione di pannelli solari e di eventuali serbatoi di accumulo per la produzione di acqua calda sanitaria o in alternativa con la sola funzione di scambiatore di calore. Indirizzi di Progetto sulla scelta dei materiali e delle tecniche costruttive Come accennato nei precedenti paragrafi l’orientamento sulla scelta dei materiali è quello di preferire manufatti finiti dei luoghi circostanti così come l’utilizzo di tecniche costruttive proprie della tradizione sarda. Per le pavimentazioni sono stati scelti differenti materiali: per le zone pedonali si è scelto un trattamento con ghiaia a vista realizzato con calcestruzzo colorato nei portici l’uso di spezzato in pietra locale, mentre per gli spazi di aggregazione a verde attrezzato si è scelto pavimentazioni drenanti come battuti in terra stabilizzata o mattoni posati a secco. Per gli elementi di ombreggiamento inseriti nelle pensiline si è usato materiale refrattario di recupero smaltato, mentre le tende di ombreggiamento degli stalli sono state pensate in cotone colorato. Per le facciate delle residenze si è preferito l’utilizzo di intonaci a base di calce, come rievocazione delle costruzioni in terra cruda della tradizione architettonica del Campidano. Sempre in riferimento alla tradizione di questi luoghi, si è voluto riprendere l’uso delle tecniche costruttive, soprattutto per la realizzazione delle coperture degli edifici costituite da travature in legno e l’uso del tetto ventilato.
Principi di bioclimatica. Il sistema tecnologico presente nell’idea del progetto è agevolato ed è reso ancora più efficiente dalle caratteristiche spaziali e di forma del costruito, non solo dei volumi presenti ma anche dal posizionamento delle essenze albore e soprattutto in riferimento all’orientamento del complesso ipotizzato. Le linee guida ormai consolidate della tecnica bioclimatica, applicata all’architettura anche a livello urbano, si possono sintetizzare nell’individuazione dei fattori climatici locali che nello specifico sono l’individuazione dei venti predominanti, la distanza dal mare o dalla laguna, l’orografia del terreno. L’analisi è stata effettuata nei due periodi estivo e invernale, studiando i fattori menzionati e sfruttare la loro influenza. Nel periodo estivo la necessità di ombreggiamento degli spazi pubblici è garantita da pensiline lungo i percorsi pedonali, realizzati con elementi in ceramica, e nell’allestimento di grigliati puntali inseriti nelle piazze o nelle zone aperte. Nell’edificato la presenza di porticati e di sistemi di ombreggiamento attenuano il fattore di irraggiamento e creano dei movimenti di aria fresca all’interno degli spazi. Il movimento generato risulta essere di due tipi uno verticale all’interno del costruito, l’altro orizzontale che si verifica tra gli spazi degli attraversamenti trasversali del lotto. La disposizione di filari di alberi posti longitudinalmente tra i due fronti dell’edificato favoriscono ulteriormente l’indice di ombreggiamento, dando un apporto ulteriore all’effetto sopra menzionato. Nel periodo invernale la presenza della disposizione degli alberi crea uno sbarramento alle correnti d’aria fredda provenienti da Nord e dai rilievi collinari, così come in minore quantità è il contributo dell’edificato esistente che fronteggia i nuovi volumi ipotizzati. La presenza delle serre addossate alle abitazioni e ai locali commerciali, nei quali tra l’altro hanno anche la funzione di vetrina, sempre nel periodo invernale contribuiscono a riscaldare l’aria al loro interno. Si vuole precisare che la diminuzione anche di qualche grado della temperatura di uno spazio costruito o l’assenza di correnti in uno spazio aperto viene percepito in termini di benessere positivamente dai fruitori dei luoghi, l’alternanza di questi eventi nei periodi estivo / inverno sono il fine che si è voluto raggiungere negli intenti dell’idea progettuale.